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Cultura
"Robert Doiseneau, il fotografo poeta"
Dal 7 al 28 dicembre 2025
Firenze

La mostra “Robert Doisneau, il fotografo poeta”, prodotta da Opera Laboratori, presenta una articolata selezione di oltre 90 fotografie in stampe a grande formato, provenienti dall’ Atelier Robert Doisneau e raccolte in un prezioso catalogo curato da Patrick Ansellem e Atelier Doisneau. Un viaggio unico attraverso i luoghi emblematici e i segreti nascosti di questa città senza tempo, catturati dall’obiettivo di uno dei fotografi più illustri del ventesimo secolo. Negli scatti in bianco e nero di Doisneau, parigini anonimi prendono vita, immortalando gesti quotidiani e sguardi furtivi, creando un racconto visivo che attraversa generazioni. Ogni fotografia è un’istantanea di un momento effimero, un’opera d’arte che parla di umanità e connessione. Dalla frenesia delle strade affollate fino alla calma dei caffè all’aperto, i suoi scatti rivelano la dualità di una città in continua evoluzione, mescolando la poesia della vita quotidiana con l’intensità delle emozioni umane.

La mostra offre una prospettiva unica sui ritratti dei poeti, pittori e scrittori che hanno segnato la cultura del XX secolo: Jacques Prévert, Blaise Cendrars, Alberto Moravia e Picasso sono solo alcuni dei nomi legati indissolubilmente a questo maestro della fotografia. Attraverso l’obiettivo di Doisneau, possiamo rivivere non solo i momenti che ha catturato, ma anche l’atmosfera artistica di un’epoca in cui parole e immagini danzavano in perfetta armonia.

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Cultura
"Il mostro di Belinda. Metamorfosi di un racconto"
6 gennaio 2026
Pisa

Chiara Guidi, cofondatrice della storica Socìetas, affronta una delle fiabe più note della tradizione, rivolgendosi ai più piccoli per parlare ai più grandi. Un percorso di scoperta e accettazione del mostruoso da parte di Belinda, capace di far emergere il bene dall’oscurità, grazie all’amore con cui accoglierà la Bestia. È necessaria una "lotta" per andare dove qualcosa si nasconde e poter sentire in una voce un'altra voce.

Belinda è la più piccola della famiglia e incarna una straordinaria bellezza e bontà. Un giorno, la Bestia mostruosa la chiama, e lei, per Amore, le risponde accettando di vederla e di parlare con ciò che è straordinariamente brutto e cattivo. Lo fa per salvare un uomo, suo padre, pur rischiando la vita. E così una parte di lei accoglie la Bestia e una parte della Bestia accoglie Belinda.

Guidi ha messo a punto un’idea di infanzia e di sperimentazione della voce che interroga il teatro. Questo spettacolo è un gioco di intrecciate moltiplicazioni e divisioni che supera la logica dei nomi per accogliere la logica di Amore, dove quei nomi si confondono.

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Cultura
La vedova scaltra
10 gennaio 2026
Siena

La trama de “La Vedova Scaltra”, rappresentata anche da Caterina Murino, ruota attorno a Rosaura, una vedova che, dopo la morte del marito, desidera risposarsi e attira l’attenzione di quattro pretendenti di diverse nazionalità.

La storia si svolge in un ambiente veneziano, dove Rosaura, con la sua astuzia e la sua capacità di giocare con i sentimenti, cerca di trovare il marito ideale.

LA VEDOVA SCALTRA di Carlo Goldoni con Caterina Murino

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Cultura
Prova Generale esclusiva e gratuita dell'opera "Tosca" di Giacomo Puccini per gli Under30!
10 gennaio 2026
Firenze


Torna al Maggio l'allestimento di Tosca, il capolavoro pucciniano, firmato da Massimo Popolizio e con la direzione di Michele Gamba. Il 14 gennaio del 1900 al Teatro Costanzi di Roma debutta Tosca, opera in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.

La fonte è il dramma storico La Tosca di Victorien Sardou, scritto nel 1887 appositamente per l’attrice Sarah Bernhardt.

Puccini si era infiammato per quel soggetto dopo aver assistito a una recita teatrale e fece di tutto per trasformarlo in opera. Tuttavia, l’editore Ricordi affidò inizialmente il progetto a un altro compositore, Alberto Franchetti, salvo poi rimetterlo nelle mani di Puccini nel 1895.

Per realizzare il libretto di Tosca viene riconfermato il tandem Illica-Giacosa, già collaudato con successo ne La bohème.

Ma i lavori procedono a rilento e con numerose lagnanze da parte dei librettisti. Entrambi ritengono il dramma di Sardou inadatto alla trasposizione operistica per i troppi avvenimenti che prendono il sopravvento sulla poesia. Puccini, invece, dal canto suo non se ne preoccupa e seguendo solo il suo intuito musicale nel 1899 firma quello che di lì a breve diventerà un altro suo grande capolavoro. 

Tosca è dunque un’opera d’azione dove la tensione non si allenta mai e in cui il discorso musicale deve necessariamente procedere senza sosta, salvo rare eccezioni.

Questo induce il compositore lucchese ad adottare una tecnica narrativa costruita sua una fitta rete di motivi brevi e ricorrenti - spesso combinati tra loro - per commentare il frenetico svolgersi della vicenda.

L’azione è ambientata nella Roma papale al tempo della battaglia di Marengo. I protagonisti Floria Tosca, primadonna al quadrato passionale e volitiva, e il suo amante Mario Cavaradossi, pittore dalle simpatie liberali e anticlericale convinto, sono ostacolati dal barone Scarpia, capo della polizia borbonica a servizio del papato. Animato da torbide passioni e da un’innata malvagità, il barone, come un sadico burattinaio, determina l’andamento degli eventi dall’inizio alla fine.

Feroce persecutore di Mario prima e di Tosca poi (fino a quando non viene assassinato dalla donna dopo un tentativo di violenza su quest'ultima), Scarpia continua ad aleggiare come un fantasma in orchestra anche da morto con la ripetizione del suo tema minaccioso costruito sul tritono, l’intervallo sinistro che da secoli in musica è associato al Male. Ma l’atmosfera drammatica della storia, che prevede tre morti violente in scena (un accoltellamento, una fucilazione e un suicidio), è accentuata ulteriormente da Puccini anche attraverso una scrittura orchestrale carica di dissonanze e tensioni, che anticipano l’estetica espressionista, e una vocalità spesso esasperata e spinta al limite.

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Cultura
Tessiture urbane
16 gennaio 2026
Firenze

Il MAD – Murate Art District di Firenze invita tutti i giovani under 30 a un appuntamento speciale a cura della Fondazione MUS.E in collaborazione con Unicoop Firenze venerdì 16 gennaio alle ore 17.30, in occasione della mostra Cultura (im)materiale dedicata all’artista thailandese Jakkai Siributr, una delle voci più originali dell’arte tessile contemporanea.

Celebrato a livello internazionale, Siributr utilizza ricamo, tessiture e pratiche artigianali per raccontare storie spesso taciute: memorie familiari, tensioni politiche, questioni di fede, identità e migrazione. Le sue opere — tessuti ricamati, abiti rituali, installazioni composte da centinaia di contributi individuali — mettono in relazione l’esperienza personale con quella collettiva, trasformando materiali umili in potenti strumenti narrativi. In Cultura (im)materiale il pubblico è invitato a entrare in un universo fatto di fili, simboli e stratificazioni culturali, dove la manualità diventa mezzo di denuncia, cura e ricostruzione della memoria.

Durante l’evento sarà inoltre possibile visitare Atlas of the new world, altra mostra attualmente in corso al MAD: un percorso parallelo che amplia lo sguardo sulle pratiche artistiche contemporanee e arricchisce l’esperienza di visita attraverso mappe visive, geografie immaginate e nuove modalità di orientarsi nel presente.

 

Programma dell’evento

  • Visita guidata alla mostra, con un’introduzione alla ricerca artistica di Siributr e ai temi che attraversano la sua produzione: la fragilità e la forza delle comunità, la memoria come tessuto vivo, il ricamo come gesto politico e poetico. Il percorso offrirà una lettura approfondita delle opere esposte, rivelandone significati, storie e riferimenti culturali.

  • Laboratorio creativo tessile, ispirato alle pratiche partecipative dell’artista. I giovani saranno invitati a ricamare su stoffa, sperimentando in prima persona l’atto lento e meditativo del cucire.

    Attraverso ago e filo ciascuno potrà portare sulla tela un frammento della propria storia, un pensiero o un messaggio personale: un modo per trasformare un gesto semplice in un racconto visivo, proprio come accade nelle opere di Siributr.

  • Aperitivo conviviale negli spazi del MAD, occasione informale per condividere impressioni, confrontarsi e creare nuove connessioni.

Un’esperienza che unisce arte, creatività e socialità, invitando i giovani a riflettere su come il tessere — materiale e simbolico — possa diventare un modo per leggere il mondo e raccontare se stessi.

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Cultura
"Spinoza di via del mercato" gratuito per il progetto Under30!
19 gennaio 2026
Pistoia

Il dottor Nahum Fischelson è un anziano professore che vive beato nella sua solitudine leggendo e commentando l’Etica di Spinoza, ma che di tanto in tanto getta un’occhiata sulla via del mercato. Poi, però, accade qualcosa di imprevedibile...

Tutto accadde fulmineamente, e già erano stati affissi i manifesti che annunciavano la mobilitazione. Un lunedì, discese in strada per comprare qualcosa da mangiare e trovò i negozi chiusi. Per ordine dello zar, tutta l’acquavite veniva gettata nel rigagnolo.

Toni Servillo, per “Le parole di Hurbinek”, porta in teatro un classico della letteratura yiddish. Con la lettura scenica di Spinoza di Via del Mercato, il racconto di Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la Letteratura nel 1978, rivive attraverso una celebre interpretazione.

Toni Servillo,nato ad Afragola (NA) nel 1959, è uno dei più grandi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporanei. Noto per la sua versatilità e intensità, ha incarnato molteplici personaggi, che sono entrati negli anni nell’immaginario del pubblico e gli hanno portato importanti riconoscimenti nazionali e internazionali.

Inizia la sua carriera negli anni ’70, fonda Teatri Uniti, con cui mette in scena testi di autori come Molière, Goldoni, Eduardo De Filippo, Pirandello, Marivaux, Brecht e Antonio Neiwiller.  Per citarealcune delle sue grandi interpretazioni: Sabato, domenica e lunedìdi De Filippo, La trilogia della villeggiatura di Goldoni, Elvira tratto dalle lezioni teatrali di Louis Jouvet.

Al cinema, segna la sua carriera la collaborazione con il regista Paolo Sorrentino, a partire dal debutto in L’uomo in più del 2001. Servillo ha vestito ruoli memorabili e ha ricevuto  alcuni tra i premi più importanti del cinema italiano: con Le conseguenze dell’amore (2004) e con La grande bellezza (2013) riceve il David di Donatello, e ancora Il Divo (2008) nei panni di Andreotti, tra gli altri  nel 2022 Aldo Moro in Esterno notte per la regia di Marco Bellocchio.

Nel 2025, Toni Servillo ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (82ª ed.) per il suo ruolo nel film La Grazia di Paolo Sorrentino.

Isaac Bashevis Singer (1903-1991) è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi scrittori e intellettuali yiddish. Nato a Leoncin, in Polonia, si trasferì nel 1935 a New York, divenendo ben presto una figura di primo piano della vita culturale statunitense e internazionale, tanto da vincere, nel 1978, il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue opere più importanti ricordiamo La famiglia Moskat (Longanesi, 2002), Satana a Goray (Adelphi, 2018), Il mago di Lublino (Adelphi, 2020) e Ombre sull’Hudson (Adelphi, 2021).

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Carta socio Per i Soci
Cultura
Provincia Novecento, Arte a Empoli 1925-1960
Dal 21 novembre 2025 al 14 febbraio 2026
Firenze

Cento anni sono una distanza cronologica ideale per una ricognizione completa di quella stagione artistica mai indagata prima, che vide fiorire un gruppo di giovani pittori empolesi. La mostra nasce proprio con l’intento di raccontare le vicende di quella cerchia di artisti che, esattamente un secolo fa, iniziò a riunirsi in una piccola rimessa di attrezzi nell’orto dietro la casa di Mario Maestrelli, in via Tripoli. Mario e l’amico Virgilio Carmignani, adolescenti nel 1925, riuscirono a creare un gruppo di artisti che frequentava la “stanzina” di casa Maestrelli, rielaborando gli insegnamenti dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze. Accanto a loro, pittori come Amleto Rossi, Ghino Baragatti, Loris Fucini e Sineo Gemignani, insieme a Piero Sedoni e Pietro Tognetti, contribuirono a formare una generazione che, tra fine anni Venti e decennio successivo, iniziò a farsi notare in ambito nazionale. La guerra segnò una cesura drammatica, influenzando profondamente le loro opere e le loro scelte personali, mentre il Dopoguerra aprì nuove strade artistiche, dal realismo sociale all’astrattismo, segnando l’evoluzione di una comunità creativa.

Oltre a dipinti e sculture, disegni, bozzetti e fotografie d’epoca raccontano un territorio vivace e curioso, dove la vita quotidiana si intrecciava all’arte, e la provincia diventava uno spazio di libertà. La mostra nasce dal desiderio di restituire quel legame emotivo e culturale tra artisti e città, per riscoprire la forza poetica e civile di un gruppo che attraversò il secolo con coerenza e passione.

In mostra opere di Mario Maestrelli, Virgilio Carmignani, Amleto Rossi, Ghino Baragatti, Loris Fucini, Sineo Gemignani, Renato e Nello Alessandrini, Enzo Faraoni, Piero Sedoni, Pietro Tognetti, Gino Terreni, Gigi Boni, Dante Vincelle e Cafiero Tuti.

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Cultura
"Belle Époque" ingresso e visite gratuite per gli Under30!
Dal 11 dicembre 2025 al 26 marzo 2026
Pisa

Un percorso unico che conduce il visitatore nel cuore della Parigi di fine Ottocento, capitale dell’eleganza e della modernità, raccontata attraverso capolavori provenienti da prestigiosi musei internazionali – tra cui il Musée d’Orsay, il Louvre, il Philadelphia Museum of Art, le Gallerie degli Uffizi, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, Palazzo Te – oltre a importanti collezioni private presentate per la prima volta al pubblico.

La mostra celebra il fascino della Belle Époque, un periodo in cui arte, letteratura, musica e costume hanno reso Parigi il centro culturale del mondo.

Protagonisti assoluti sono gli artisti italiani che scelsero la capitale francese come patria d’adozione, tra cui Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis e Vittorio Corcos, capaci di raccontare con uno sguardo personale e raffinato lo spirito del loro tempo, fino a divenire figure di spicco della scena artistica europea.

Il percorso si sviluppa attraverso diverse sezioni tematiche che ripercorrono i momenti salienti di quegli anni, dagli sconvolgimenti politici del 1870 alla nascita della Parigi moderna, restituendo la ricchezza e la varietà di un’epoca irripetibile.

In mostra i ritratti sofisticati di Boldini, Blanche e Sargent, le vedute urbane di De Nittis, le atmosfere impressioniste di Zandomeneghi e l’eleganza cosmopolita di Mariano Fortuny e della Maison Goupil.

Opere che testimoniano la vitalità di una stagione in cui creatività e mondanità, progresso scientifico e nuovi stili di vita contribuirono a plasmare l’immagine della Parigi della Belle Époque, ancora oggi icona di fascino e modernità.

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